questa è la domanda di oggi.
Eccolo qui,
Sua Maestà il Cilindro!
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Cilindro, che poi però, nel tempo, è cresciuto ed è diventato la meno nominata ma più elegante Tuba…
Un cappello maschile dalla storia piuttosto annosa. Oggi ormai relegato solamente a cerimonie particolarmente eleganti, il cilindro (o la tuba) si indossava infatti fin dal XVIII secolo, per essere però alla fine sostituito quasi del tutto da cappelli più versatili e senz’altro meno costosi. Questo cappello, per la sua struttura, infatti, veniva costruito interamente a mano e solamente dagli artigiani più prestigiosi. Purtroppo, analizzando i dettagli costruttivi di questo bel cappello se ne capisce facilmente la caduta.
Il Cilindro è un cappello molto rigido, difficile da collocare, ad esempio quando si è in un luogo pubblico. Il cilindro è ingombrante e difficilmente posizionabile nei guardaroba. Il cilindro necessita di essere pulito con apposite spazzole ed accessori. Con queste premesse è facile intuire come, appena sono nati cappelli come la bombetta, più piccola, o ancora, cappelli morbidi come il borsalino o la fedora, l’elegante copricapo sia stato quasi del tutto abbandonato.
Il Cilindro fa la sua comparsa intorno al 1800 e,
con alterna fortuna e qualche modifica
arriva fino ai giorni nostri.
Nel tempo il suo corpo si è alzato, crescendo molto in altezza fino a diventare quello che conosciamo come tuba. La differenza fra i due cappelli, infatti è data principalmente dalla dimensione: il più basso è il cilindro, la più alta, appunto, la tuba. Quasi scomparsi in Italia, qualche sposo originale indossa la tuba durante la cerimonia, altri, sempre meno, e senz’altro per non passare inosservati, sfoggiano questi copricapo per fare il loro ingresso in qualche serata di gala.
Questa è davvero
la mia forma preferita.
Partendo dalla sua base rigorosa non mi stanco mai di modificare il cilindro in ogni modo. Qualche volta realizzo cilindri e tube riciclando vecchie sciarpe o ritagli ripescati in qualche soffitta. Costruisco continuamente questi cappelli modificando le proporzioni,. A volte, i miei cilindri li piego su sé stessi, altre volte ne faccio di accartocciati, decorati, improbabili. E comunque chi l’ha mai detto che questo vetusto copricapo non possa essere reinterpretato? Io per lui sogno un grande ritorno, questa volta!